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venerdì 27 febbraio 2015

Brezza d'Africa, fresca - African Journal DAY 18

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

h 19:00 - Mpangwe


Ieri sera ho  pigliato tutto il mio coraggio, pure quello di scorta, e ho chiesto a Bambo Francis la COSA. Ovvero ciò che non riuscivo a chiedere.
Mi ha risposto che non si ricorda. Tutto qui.
Di chiedere a chi c'era. L'unica, oltre a lui, che conosco, ancora in vita e presente al momento dei fatti è un'amica di mamma. All'epoca bambina come lei. Lei c'era. E non è di grande aiuto. 
Potrei chiedere a mia mamma direttamente. Lo farò? Non lo so. Forse no. Non lo sento giusto per lei. Rispolverare vecchie ferite. Non mi pare una grande idea. 
Sembra una bolla di sapone che scoppia. E con lei il riflesso di un Altro mondo possibile è perduto. E forse è meglio così.

La giornata di oggi è stata nuovamente - sorprendentemente, amara. Da stamattina, Fox e compari li abbiamo proclamati in via definitiva dei DISASTRI.



Li abbiamo visti al villaggio di Wafa mentre nel proseguire il lavoro, "mischiavano" tubi di acciaio inox con quelli galvanizzati. Li alternavano, perché, a loro giustificazione, non riuscivano a fissarli. Noi basiti. La ciliegina sulla torta, diodellecittà.
Al villaggio di Kachevere, quello dei "bugiardi", abbiamo poi avuto nuove motivazioni per continuare a discutere. La quota che - secondo accordi, il villaggio dovrebbe versare al governo per la manutenzione del pozzo ricevuto dall'associazione (un impegno che sostiene l'atteggiamento di responsabilità della comunità, nella gestione futura di questo "dono"), non era stata raccolta. Non avevano capito. Eh certo. Erano troppo impegnati a farci quel teatrino con l'acqua verde per impietosirci. 
Ingoiamo pure sto boccone amaro, eddaje.

Abbiamo risposto loro che il pozzo sarà funzionante solo al versamento di quella quota di gestione destinata al governo.  E abbiamo lasciato la catena sulla pompa, per essere certi di essere stati chiari. 
Piedone il Presidente e Cuggi si sono beccati le maledizioni delle donne, in tutta risposta.
Mo' vediamo, chi ha capito.


Oggi Bridge era nuovamente assente. Era ad un meeting del governo organizzato a Chipata all'Hotel Protea, che conosciamo bene. Ha anche aggiunto che sua moglie è in ospedale. Abbiamo fatto fischiare le orecchie anche lui - non credevamo più a niente ormai. 
Ci ha mandato in sua vece due suoi colleghi. Due inutili gianni&pinotto. Già al saluto ci avevano persuasi della loro presenza superflua. 
Dopo pranzo - a base di sandwich mezzi vuoti, banane e biscotti presi al supermercato di Chipata questa mattina - abbiamo preso appuntamento con l'impresa cinese che si occupa di pozzi.
Andiamo dai concorrenti per capire se ci possono salvare dall'incuria di Fox. Abbiamo ancora dei pozzi da scavare e non sappiamo nemmeno se Fox sarà in grado di completare i pozzi iniziati. Mancano ormai solo 4 giorni alla nostra partenza e l'idea di lasciare incompleta la nostra missione proprio non la vogliamo accettare.

In questo paese ogni cosa ha regole diverse. Persino i cinesi sono agli antipodi al paragone con i "nostri". Qui sono i più cari e ci tengono alla qualità: non ne vogliono sapere di scendere sotto i 5000 dollari a pozzo. Grazie, grazie. Sarà per la prossima volta.
Come "puttane bresciane", colorita metafora di Piedone il Presidente, siamo tornati da Curry, il vecchio indiano. Speriamo di non beccare il nipote, dopo la figura di emme dello scorso incontro, siamo già abbastanza provati dalle ultime peripezie coi concorrenti zambiani.
Andiamo a chiedergli di scavare il prossimo pozzo al posto di Fox. Domani lo tradiremo per tornare a casa coi nostri 10 pozzi, se Dio vuole, fatti e finiti.
Tuttavia calcolando l'inattesa media di colpi di scena quotidiani è prestino per cantar vittoria.

Alla fine della giornata abbiamo rimesso Bridge sul nostro podio nella competition de Il nostro migliore amico zambiano. Al secondo posto c'è Curry, fa niente se è indiano. Fox è precipitato fuori gara. Non classificato per doppio (o triplo o quadruplo) fallo.

Dal libretto su Bambo Francis che ho preso in missione, pag.15:
"A noi piaceva molto perché non aveva mai paura di cominciare qualcosa di nuovo."


h 20:30

Dal cortile della missione ascolto questi canti melodiosi delle donne in pellegrinaggio alla cattedrale. Si accordano ai cori delle cicale e sono la colonna sonora di un cielo ubriaco di stelle come non mai. Lo fisso senza potermi staccare.
La calma, i ritmi lenti, i pasti caldi e il riposo meritato: sono semplici, rassicuranti gioie profonde.
Vivere questa terra è' una esperienza nitida. Fortissima.

Il pensiero vola, percorre migliaia di chilometri e arriva a casa da mamma, che ora starà finendo la cena da sola davanti alla tv,  
a papà che nel suo letto di ospedale conta i giorni per tornare a casa o forse no, perché non crede che potrà tornarci e pensa solo che intanto muore, 
e poi al mio cagnone che starà dormendo col corpo abbandonato sul fresco delle piastrelle. 
Vola ai miei più grandi amori e lo vedo arrivare a destinazione, come un soffio, come una piccola brezza sui loro visi. Brezza d'Africa, fresca.


Lascio che questi canti dalle orecchie scendano giù fino al midollo. Africa. Ti lascio entrare, prendi posto, mettiti comoda e non uscire più. 
Chissà cosa cantano? Sembra una lode, un ringraziamento, un inno alla vita. Mai come in questi giorni ho sentito di amare la terra. Che ho fiducia e sono al sicuro. Fortunata e grata, davvero ricca di amore e risorse. Mai come in questi giorni ho sentito pure di volere un figlio. Pensa te. Cose dell'altro mondo.
Dev'essere la Natura. Madre Terra che qui canta più forte, non si può non sentire. E' un canto che ubriaca, che rende coraggiosi. Sento le mie radici e mi sembra normale pensare di dare frutti. 

E' un coro, e mi fa sentire meno sola, in armonia. Ci sono solisti ma non cantano senza il tappeto delle voci che li circondano. L'armonia che percepisco mi nutre. E' un perfetto equilibrio di forza, energia, dolcezza e vigore insieme. In questo canto c'è libertà e radice. Libertà e appartenenza. 
Tutto ciò che cerco.

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