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martedì 30 dicembre 2014

Sotto questo cielo - African Journal DAY 16

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

h 20:40 Mpangwe

La volta celeste è una cupola profonda punteggiata da miriadi di luci. Miriadi. Rende l'idea? 
Tagliata come una terra fertile da un fiume in piena: la via lattea. E' uno spettacolo estasiante. 
Come sottofondo stasera sentiamo i canti delle donne radunate nei pressi della basilica qui a fianco. 
La nenia delle loro preghiere accompagna la nostra ispezione di questo cielo pazzesco alla ricerca di stelle cadenti. Abbiamo spento tutte le luci del cortile e la corte buia della missione fa da quinta al più grande spettacolo notturno. Immenso. 
Eccola! Ho visto la Mia stella. Espresso il Mio desiderio, pieno di Amore.

La giornata può dirsi conclusa senza rammarico.

 



Tuttavia.
Niente scavi né cemento oggi.

La mattinata è sgocciolata via lenta, con un piccolo tour verso la chiesa accanto. Io e Corista ci siamo avventurate sulla lunga gradinata per sentire un pezzo della messa. Nella basilica c'erano centinaia di persone, per la maggior parte donne e bambini. Tutti molto eleganti nei loro coloratissimi citenge. Canti e balli appena accennati, ma pieni di presenza.



Non ci capiamo un tubo. Questa è la scusa ufficiale per lasciare la chiesa ben presto e tornare alle letture. 
Mi son persa in un libro pieno di amore e della sua perdita: "Venuto al mondo" della Mazzantini. Ci ho pianto sopra un sacco stamattina. Mi si offuscava la vista per le lacrime ogni poche pagine. Le parole come secchi nel pozzo del mio sentimento più profondo. Papà... Mamma.. Amore.. Acqua, che rende fertile. 
Fertile. Che dà la Vita. 
Libere associazioni.
Intanto Plettro ha trovato una chitarra qui in missione e sotto il sole di questa domenica lenta ha composto un pezzo che mi si è ficcato in testa deciso, semplice e profondo come questo posto magico.



Pomeriggio insolito, ci siamo concessi un lusso insieme alla famiglia di Mennea. Relax alla piscina del Protea, albergo 5 stelle (l'unico) di Chipata. 
C'era il wifi. Scaricare le mail dopo settimane, trovarci una mail di lavoro che - nonostante porti buone notizie - mi agita. 
Lo stomaco mi si rivolta. Sento salire chiaro e lampante quello stato di stress - di inquietudine, che mi accompagna tutto l'anno.  E' lieve ma distinto, lo vedo così chiaro dal ritmo lento di questa terra.
Ci vuole poco a dimenticarlo, siamo in Africa, Zambia, Chipata, la distanza dal mio mondo qui è davvero siderale - ma quella sensazione sgradevole è un aperitivo dell'impatto che mi aspetta al rientro, temo. 

Ferma. Sciò. Non ci penso ora. Torno Qui e Ora.
Sotto questo cielo. Punteggiato da un numero incalcolabile di stelle. Dimentico tutto. Il canto in sottofondo si infila dolce nelle orecchie come miele. Il cielo di queste notti africane non lo posso fotografare con la reflex ma col cuore, sì.



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