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domenica 23 novembre 2014

Inaugurazione - African Journal DAY 15

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

h 8:00 Mpangwe

Un risveglio colorato da una piccola tristezza: due dei tre micetti nati l'altra notte non ce l'hanno fatta. Sono immobili e la loro mamma gatta ha smesso di leccarli. L'altro, il più piccolo continua a prendere il latte, chissà se si rende conto di brindare alla sopravvivenza.

C'è il sole e Fox non risponde al telefono. Senza la sua conferma che i lavori stiano effettivamente iniziando non ha senso partire da qui.
Ecco, ora il Nordico ha parlato con Bridge. L'impresa è ferma perché pare non abbiano i soldi per fare il pieno di benzina al mezzo escavatore. O CHISSA' PER QUALE ALTRO MOTIVO.
DINUOVO.
Davvero un pessimo inizio di giornata.



h 17:10 

Stamattina abbiamo incontrato Fox e Bridge al distributore di benzina a fianco dell'Hotel Protea a Chipata. Fox era al telefono con il suo capo. Ha un capo? Abbiamo scoperto che ha
un capo, o meglio, che noleggia il mezzo escavatore da un tizio indiano. 
Sarà un cugino di Curry. Ci sembra di capire che qui detta legge la lobby indiana degli scavi. 
Fox ha passato il telefono a Piedone, il quale ha dovuto ribadire che, finché gli altri pozzi non saranno completati con pompa e cemento, non potremo procedere al pagamento. Così era l'accordo preso. Pagamento a fine lavori. 
L'"allegro" meeting con capro espiatorio telefonico, si è concluso con la conferma da parte di Fox che tra oggi e domani i lavori ai pozzi già scavati saranno completati, e inizieranno i due prossimi scavi in programma.
Ad ora - e tra poco farà buio - nessuna delle due promesse è stata mantenuta. Ci avremmo potuto scommettere.
Stiamo procedendo davvero a rilento. Siamo a metà del programma di scavi che avevamo previsto, ma il nostro tempo qui è quasi scaduto.
Dobbiamo restare ottimisti. La cosa fondamentale sarà vedere tutti gli scavi. Per il completamento dell'opera potremo contare su Bridge, oltre che sul terzo gruppo di soci che arriverà qui dopo di noi.


Mentre tornavamo verso la missione, poco prima dello svincolo per Mpangwe, Bambo Francis ci ha portati a vedere un'altra missione rimasta incompiuta: Chiwoko. Ci ha vissuto alcuni mesi, ha iniziato i lavori di costruzione e avviamento delle attività religiose e comunitarie. Tuttavia in seguito, "ordini dall'alto" gli hanno imposto di mollare tutto. 
Ora lui è parcheggiato qui a Mpangwe e forse - ma nemmeno lui sa quando accadrà - lo spediranno in un posto ancora più remoto, vicino al confine con il Mozambico.
Ascolto il suo racconto e immagino debba essere una prova di "accoglienza" molto grande quella che fanno questi missionari, sembrano pedine di un risiko pilotato ai piani alti. Lo trovo frustrante ma osservo con rispetto questa scelta di vita, coi suoi lati luminosi e quelli meno.

Dopo pranzo abbiamo atteso le 15 per raggiungere il villaggio di Mbalani.
Oggi è il grande giorno dell'inaugurazione del pozzo. Ho dovuto concedermi una siesta in macchina nel tragitto, sono crollata dal sonno: credo sia il malarone a rendermi tanto stanca.
Arrivata al villaggio con l'aspettativa di una grande cerimonia e caldi festeggiamenti confesso di essere rimasta un po' delusa. 
Il pozzo è stato comunque aperto giovedì mattina, come da accordi precedenti. Il nostro mancato arrivo non ha chiaramente prolungato l'attesa delle persone di poter usufruire dell'acqua finalmente accessibile. Non mi aspettavo facessero altrimenti, chiaramente.. però avevo immaginato un'accoglienza con canti, danze, rituali. Mi son sentita molto scema, nel provare questa delusione. Ho visto troppi film.


Me ne sono resa conto subito, fortunatamente, ho messo da parte i miei stereotipi e mi sono goduta infine quello che stava accadendo. Un incontro unico, ricco di emozione. 
Ci sono stati applausi, risate dei bambini alla vista delle foto che li ritraggono, Bambo Francis e il Prete Gattone hanno tenuto una piccola "lezione" sull'uso corretto del pozzo, simulando come in un piccolo tutorial, le azioni corrette e quelle che potrebbero danneggiarlo o inquinarlo.
Inizialmente ho pensato che si trattasse di un mucchio di banalità, anche lì ho dovuto fermarmi ad osservare il mio giudicante atteggiamento: quante cose dò per scontato. Per loro queste informazioni sono preziose e affatto banali. Non solo per i bimbi, anche per gli adulti, i quali non hanno grande esperienza di meccanica e igiene.
Infine è avvenuto un rito, semplice ma enormemente simbolico. Mi ha riempito di emozione. La consegna dei doni. Rispettando una sorta di fila, donne, bimbi, qualche uomo, ci ha offerto dei regali: caschi di banane, uova, papaya, legumi, patate, arachidi. Assicurandosi che ognuno di noi ricevesse qualcosa e ne fosse grato. 
Un rituale sacro di ringraziamento che mi rimarrà nel cuore. 



Ho scattato una foto ad un papa', che si è avvicinato da lontano con un bimbo per mano. Arrivato davanti a noi ha parlato col suo piccolo, spiegandogli di porgerci la preziosa ciotola di legumi che aveva portato per la cerimonia. Il bimbo l'ha presa e con attenzione infinita si è avvicinato a me e me l'ha passata. Poi timido è tornato a stringere la mano del suo papà. 

Come al solito il numero di bambini presenti era di gran lunga superiore a quello degli adulti. 
Uno dei pochi uomini presenti era ubriaco marcio, danzava come una tarantola molesta poco in disparte ed è stato rimproverato un paio di volte da delle donne anziane per il disturbo recato. 
Ad un certo punto ci ha regalato uno sketch comico la cui esilarante parodia, resterà negli annali delle spedizioni. Si è fermato, si è avvicinato ai ragazzi e biascicando qualcosa di incomprensibile ha tirato fuori da una tasca rattoppata un foglietto stropicciato e sporco. Plettro, Cuggi, Nordico e Piedone hanno accettato l'"offerta" e scoperto che si trattava di una application con 19 firme per avere un pozzo. Forse erano le firme dei suoi amici, o - ancora più probabile - le aveva fatte lui. Cercava di farci credere di essere un capo villaggio e di aver diritto ad un pozzo anche lui. A casa sua forse.
Dopo l'iniziale imbarazzo è stato impossibile trattenere le risate, sembrava una barzelletta. Bambo Francis stesso ghignava per l'audacia del ragazzo.


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